Non conoscevo Saverio Martelli né come persona né come artista e non vi nascondo che incontrarlo è stata per me la scoperta più piacevole dell’anno. Il suo modo di fare arte mi ha rimandato al mondo dell’infanzia, ai giochi del costruire con le pietre, con i legni, con i materiali di scarto raccolto tra le cose buttate via dai grandi. Ecco cosa me lo ha fatto subito amare: la certezza che Saverio come me guarda al cielo ed alle sue silenziose meraviglie, la convinzione di avere di fronte uno che sa sognare.”

Mario Lucio Pitardi

 Nobili ed alteri, i materiali che Saverio Martelli assembla sono riemersi dal cuore metallico della terra e castigano nelle nuove forme pulite ed assolute il caos del loro magma iniziale, negano l’aggregazione bruta del sottosuolo per rigenerarsi alla luce di aurore boreali, forgiate in strutture modulari e miniaturizzate che a stento si ricordano del buio da cui provengono.

La manipolazione di questi materiali ne stravolge infatti la funzione pratica ed estetica, Martelli ne opera la trasmutazione in una natura “altra”; nello spazio non eccessivamente lato della tela, mette in atto prospettive lontane, fissa orizzonti inaccessibili.

Nascono così città di luna e d’acqua vergini e sterili sotto cieli notturnali di juta e di acrilico, immerse in un presente eterno, sigillate in un silenzio siderale.

Anna Russano Cotrone

Il frammento è il motivo conduttore della ricerca artistica di Saverio Martelli. Egli va a caccia di frammenti e li raccoglie in quanto micro testimonianze del presente, abbandonate ora come scarti, come refusi, ora come lacerazioni, strappi di opere naturali incompiute. Martelli utilizza materiali che sono sedimenti dei paesaggi naturali: sassi, resine, rami, petali, alghe e, insieme, frammenti di hardware. E li utilizza defunzionalizzandoli, spostandone e stravolgendone il senso. E in tali operazioni destrutturanti si profila una poetica giocata sull’antinomia materialità/immaterialità: la materialità dei mezzi e dei supporti e l’immaterialità dei nuovi scenari che ne risultano (paesaggi e figure senza tempo, luoghi evocati ma non ancora conosciuti, luoghi noti ma, nello stesso tempo, straniati e abbandonati al brulichio della fantasia sognatrice.

Andrea La Porta

L’artista Saverio Martelli, con i suoi assemblaggi di materiale eterogeneo, scarti nel caos della moderna società, nella staticità dei recuperi, crea con la fantasia, invero encomiabile, realtà che esistono e che tutti i giorni osserviamo. Anche se la materia recuperata è fredda, la passione, il calore, la forza della reazione e del superamento degli ostacoli nella reinterpretazione e nella trasformazione, esprimono una spazialità infinita, un orizzonte nella solarità, dove nel volo vi è la sfida allo spazio, la genialità dell’uomo ed il suo sogno.

Il Mondo realizzato dall’artista è un universo in equilibrio, dove nell’infinito regna il silenzio, un desiderio di pace e di giustizia, il rispetto dei valori e la sacralità della famiglia nel proprio intimo.

Il clima luminoso che Martelli esprime è un inno all’amore nella libertà. Il sogno è velare di immortalità la memoria dell’uomo.

Dr. Angelo Di Lieto

 

“Saverio Martelli mi ha sorpreso e stupito come e quando il bambino che ti prende per mano e ti guida. Cosa ne sappiamo noi di un laboratorio d’arte? Della fucina operosa in cui la materia si trasforma? Ordine e nitore sono ingredienti che suggerisce Martelli. L’artista è padrone delle proiezioni e mostra con disarmante lucidità il risultato di anni di indagine di laboratorio scientifico. L’occhio dell’artista è una lente che sgrana e mette a fuoco e scannerizza e separa e analizza, è l’emozione che assolutezza, universalizza ed eterna gli orizzonti, le prospettive, le geometrie di Saverio Martelli, sfidano ed emergono dal sommerso dell’anima. Atomi per centrare dritto al cuore delle cose. Saverio martelli muove dalla Myricae, dalle piccole e antiche cose: la fatica muove da lontano e guadagna terreno. Alchimista di una soluzione felice fra scienza e storia. Verso una ecologia della mente passando dai crocevia della storia del sapere e della conoscenza. Riciclaggio è più che poetica, è lirica”.

Sofia Vetere

Saverio Martelli nel Castello di Santa Severina

Rimanere intrappolati all’interno di una rete fantastica creata da opere magiche che hanno la capacità di far sognare chi le guarda.

Tutto questo è avvenuto nel Castello di Santa Severina grazie alla mostra d’arte allestita dal maestro Saverio Martelli, artista catanzarese capace di combinare oggetti incontaminati (sabbia, alghe, petali di fiori, rami) con oggetti contaminati (microchip, floppy disk, catene di bicicletta, lamine) lasciando lo spettatore libero di immaginare paesaggi lunari, animali fantastici, personaggi ironici.

La bottega di Martelli penso faccia parte della sua anima, in quanto è il luogo dove costruisce le sue opere con materiali innumerevoli e di svariata natura che hanno un profumo di una vita già vissuta, ma, nel caso della mostra “Ecologica/Mente”, reincarnati in una nuova concezione artistica dove la materia riciclata può e deve essere anche un monito verso il pubblico a sforzarsi nel rendere la Terra più pulita senza sprechi e “contaminazioni”.

Sicuramente ha avuto come punto di riferimento il grande Alberto Burri, maestro dell’informale e precursore dell’uso dei materiali più disparati nel mondo dell’arte contemporanea e come non citare Marcel Duchamp, inventore del ready-made che, in riferimento alle opere di Martelli, è accentuato soprattutto nelle sculture.

Le elaborazioni di Saverio Martelli si devono osservare con attenzione per capire i tantissimi particolari, a volte anche divertenti perché ricordano i giochi dei bambini, avvolti in un mondo onirico ma allo stesso tempo reale.

Una mostra unica e originale che, dal 6 luglio al 6 agosto 2014, ha coinvolto un numero significativo di visitatori e pubblico rimasto sorpreso e entusiasta delle 60 opere esposte nei saloni nobiliari dell’incantevole Castello di Santa Severina.

Ferdinando Panza

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